Nel palazzo di Cosimo. I simboli del potere: prorogata fino al 20 giugno 2020

A cura di Comune di Firenze – Museo di Palazzo Vecchio, Ufficio UNESCO del Comune di Firenze, MUS.E. In collaborazione con Paolo Penko e Fondazione Arte della Seta Lisio

dal 13 dicembre 2019 al 20 giugno 2020

 

Venerdì 13 dicembre 2019 si apre un’iniziativa speciale in Palazzo Vecchio a Firenze.
Speciale per tante ragioni: prima di tutto perché la proposta Nel palazzo di Cosimo. I simboli del potere chiude un anno di celebrazioni e di eventi importanti, distribuiti su tutta la città e sull’intero territorio toscano e realizzati in occasione del cinquecentenario della nascita di Cosimo e Caterina de’ Medici, entrambi venuti alla luce nel lontano 1519.
Durante l’anno 2019 si sono infatti succedute – grazie al coordinamento del Comune di Firenze e all’impegno delle molte istituzioni pubbliche e private che hanno lavorato a tal scopo – numerose iniziative tese ad approfondire e a restituire al grande pubblico i molteplici aspetti connessi a due figure tanto importanti per la storia urbana, regionale, italiana ed europea.
Secondariamente, l’iniziativa è speciale perché è stata programmata in un giorno di particolare importanza nella vita di Cosimo I de’ Medici: esattamente 450 anni prima, il 13 dicembre 1569, proprio nella Sala Grande di Palazzo Vecchio, venne data lettura ufficiale della bolla pontificia in cui papa Pio V decretava la nomina di Cosimo a Granduca d’Etruria. Un atto di primaria importanza non solo nell’ascesa politica di Cosimo I e della famiglia Medici ma anche per gli sviluppi del territorio toscano.
Ecco perché, in virtù della consolidata esperienza MUS.E nell’ambito della living history, ovvero di quella branca della valorizzazione culturale che include il teatro come linguaggio e strumento nella restituzione critica e “vivente” – living, appunto – della storia, il pomeriggio del 13 dicembre 2019 si aprirà alle h 17.30 con la rievocazione della lettura dell’atto papale da parte di Giovan Battista Concini alla presenza di Cosimo I de’ Medici per chiudersi, nuovamente nel Salone dei Cinquecento, alle h 19 con lo spettacolo Illustrissimo Signor Duca, grande evento teatrale sulla figura di Cosimo I in uno scenario d’eccezione.
Ancora, quello che prende il via venerdì prossimo è un progetto speciale perché davvero inedito e trasversale: non si tratta di una mostra né di un evento, non è una conferenza né una visita, non si pone come replica o riproposizione di un’azione culturale già definita.
È un’iniziativa che intreccia ambiti, soggetti, linguaggi diversi, con la finalità condivisa di evidenziare lo strettissimo legame che Cosimo I de’ Medici ebbe con Palazzo Vecchio, il “suo” palazzo ducale.
Nominato Duca di Firenze nel 1537, infatti, Cosimo I definì la propria residenza nel palazzo del governo cittadino e nel maggio 1540 vi si trasferì con tutta la corte: a lui si devono importanti e ambiziosi interventi di rinnovamento e ampliamento dell’edificio, coordinati dal 1555 in poi dall’architetto di corte Giorgio Vasari e realizzati grazie a una ben strutturata Fabbrica Medicea, ovvero un’ampia squadra di maestranze in grado di rispondere efficacemente alle esigenze dettate dalla politica cosimiana.
Nell’incredibile stratigrafia storica di Palazzo Vecchio – dalle tracce dell’antico teatro romano alle sue fondamenta fino all’alta torre medievale che si erge verso il cielo – gli interventi realizzati durante il governo e la residenza di Cosimo I hanno indubbiamente un posto d’onore in quanto a evidenza, ampiezza, maestosità.
Ecco perché il Comune di Firenze e MUS.E, che ogni giorno sono impegnati nella valorizzazione del luogo per tutte le tipologie di pubblico – dai residenti ai turisti, dai bambini agli anziani – hanno inteso enfatizzare un capitolo così importante per la storia del palazzo con un percorso che ne sottolinea i tratti principali, sala dopo sala, ripercorrendo idealmente funzioni, abitudini, significati e ruoli della vita della Reggia medicea.
Se la Sala Grande era il cuore di questa imponente architettura politica, infatti, teatro dei principali eventi e scenario ideale per accogliere personalità illustri, le sale che oggi compongono il percorso museale coniugavano efficacemente, nella seconda metà del XVI secolo, finalità propagandistiche e bisogni pratici: agli appartamenti ducali si affiancavano quelli per gli ospiti, alle sale di pubblica visibilità quelle di guardaroba medicea. Il percorso consente così di apprezzare i luoghi principali del palazzo nella correlazione con un Duca – poi Granduca – che a questo edificio è indissolubilmente legato.
Inoltre, nella sala delle Udienze, è inclusa la presentazione di tre importanti simboli del suo potere: il Collare del Toson d’oro, lo Scettro e la Corona granducale.
Questi tre preziosi manufatti vengono straordinariamente proposti al grande pubblico grazie all’eccellenza dell’artigianato artistico fiorentino. Il maestro orafo Paolo Penko, dopo un accurato lavoro sulle fonti scritte e iconografiche, ha infatti realizzato tre opere che non hanno eguali: non si tratta infatti di riproduzioni (non esistono originali analoghi), ma di vere creazioni artigianali eseguite sulla base di una ricerca filologica complessa e grazie a un’altissima abilità tecnica.
Il Collare del Toson d’oro, conferito a Cosimo da Carlo V nel 1546, è stato realizzato così come rappresentato nel ritratto del Duca della collezione Castello Odescalchi di Bracciano (1551): è composto di 25 acciarini intrecciati, alternati a elementi che simulano le pietre focaie circondate da fiamme; il pendente riproduce il Tosone, correlato alla leggenda del Vello d’oro.
Lo Scettro Granducale è stato eseguito in conformità con il grande dipinto su lavagna di Jacopo Ligozzi (1590 circa), raffigurante proprio l’incoronazione granducale di Cosimo avvenuta a Roma nel marzo 1570, e con i ritratti di Cosimo Granduca, quali i dipinti di Giovan Battista Naldini (Gallerie degli Uffizi, 1585) e di Ludovico Cardi detto il Cigoli (Palazzo Medici Riccardi, 1603).
La Corona Granducale, prezioso esemplare di arte orafa, riproduce invece il disegno presente nella Bolla Papale di Pio V del 24 agosto 1569, custodita presso l’Archivio di Stato di Firenze: ha 19 punte, alternate in argento e oro con pietre ed elementi decorativi; al centro fiorisce il Giglio fiorentino, smaltato in rosso con lumeggiature dorate. Sotto si trovano un astragalo con perline e un fregio di dentelli con perle e ovuli smaltati, mentre nella fascia centrale è riportata la seguente scritta, cesellata e incisa a bulino: Pius V. Pont. Max. ob eximiam dilectionem ac catholicae religionis zelum praecipuumque iustitiae studim donavit (Pio V Sommo Pontefice donò per l’eccezionale devozione e per lo zelo nei confronti della religione cattolica e per il particolarissimo amore della giustizia). Al centro della fascia spicca un cammeo in calcedonio sardonice, sul quale è intagliata la personificazione del fiume Arno. Inferiormente vi è una modanatura con smeraldi e ioliti in castoni, distanziati da perle.
Tutti e tre gli oggetti vengono presentati in Palazzo Vecchio su cuscini in velluto di pura seta, di cui uno arricchito con teletta d’oro, tutti tessuti manualmente su antichi telai Jacquard e adagiati su un centro-tavola in velluto cesellato operato con motivo cinquecentesco, in virtù della collaborazione con la Fondazione Arte della Seta Lisio, altra grande eccellenza fiorentina.
Un artigianato artistico che questa iniziativa ha inteso valorizzare in tutta la sua sapienza e in assoluta continuità con le eccellenze artigiane che circondavano Cosimo I a metà Cinquecento, quando pittori, scultori, intagliatori, stuccatori, orafi, tessitori lavoravano all’unisono concorrendo, ciascuno con il proprio linguaggio, a celebrare la sua figura grazie alla meraviglia che l’arte può generare.

L’iniziativa Nel palazzo di Cosimo. I simboli del potere a cura di Carlo Francini, Responsabile Ufficio UNESCO Comune di Firenze e di Valentina Zucchi, Responsabile Mediazione MUS.E, con catalogo Edifir – racchiude così la sfida di connettere in forma sempre più stretta passato e presente, ricerca e valorizzazione, filologia e divulgazione, arti maggiori e arti minori, a favore di una memoria capace di coniugare rispetto e interpretazione e di assolvere così al suo compito più autentico.


BIGLIETTI
€12,50

maggiori di 25 anni (attività + € 2,50 residenti Città Metropolitana; €5,00 non residenti Città Metropolitana)

€10,00

ragazzi dai 18 ai 25 anni (attività + € 2,50 residenti Città Metropolitana; €5,00 non residenti Città Metropolitana)

Gratuito

minori di 18 anni, , guide turistiche e interpreti, disabili e accompagnatori, membri ICOM, ICOMOS e ICCROM (attività + € 2,50 residenti Città Metropolitana; €5,00 non residenti Città Metropolitana)

2x1

riduzione soci Unicoop Firenze

Informazioni e Contatti

Museo di Palazzo Vecchio, Piazza della Signoria, Firenze
Progetto a cura di Carlo Francini e Valentina Zucchi

Grafica: FRUSH
Allestimento: Alessandra Carta - Leonardo Boganini Architetti
Totem: Tecniform Studio srl
Fotografie: Daniela Nizzoli Photography
Luci: Progetto Luce srl
Allarmi: Ritar Elettronica srl
Tappezzeria: Fondazione Arte della Seta Lisio / Antica Tappezzeria Borsellini
Catalogo: Edifir - Edizioni Firenze

informazioni e prenotazioni:
Tel. 055-2768224
info@muse.comune.fi.it
www.musefirenze.it